L’Aquila, Ospedale San Salvatore: chiusa anche Medicina Interna per focolaio Covid
La situazione nell’ospedale dell’Aquila si fa sempre più critica. Il reparto di Medicina interna Universitaria è stato chiuso e abbandonato già da sabato 14 novembre per il divampare di un focolaio da Covid 19 che conta ad oggi più di venti pazienti risultati positivi al tampone e sette contagi anche nel personale sanitario.
Da quanto si apprende inoltre, ci sarebbero almeno due pazienti deceduti nel reparto, risultati positivi dal tampone effettuato post mortem.
Tutto sarebbe iniziato già a fine ottobre a partire da un primo paziente portato in Medicina interna dal reparto di pneumologia con tampone negativo, ma con un piano TAC che lasciava comunque pensare a un’infezione da corona virus, e che infatti successivamente si è positivizzato.
Da lì il contagio ha toccato pazienti e personale sanitario che ha continuato a lavorare in attesa dell’esito dei tamponi, sette dei quali poi risultati positivi. Esito del tampone che nella Asl dell’Aquila come noto – per un problema drammatico che persiste incredibilmente in città – nel migliore dei casi arriva dopo tre giorni.
Inoltre, nonostante le positività erano note quindi da fine ottobre, nel reparto non sarebbero stati istituiti dei percorsi separati, cosa che insieme all’attesa del risultato dei tamponi ha fatto sì , come prevedibile, che il focolaio si espandesse fino all’evacuazione di sabato.
Ora i pazienti di Medicina interna e nefrologia a direzione universitaria – situata al secondo piano del delta 6 – sono stati spostati per lo più in medicina covid e altri ancora in attesa di tampone in zona grigia, mentre il resto del personale e dei dottori hanno eseguito un nuovo tampone di cui ancora non si conosce l’esito. E’ iniziata intanto la sanificazione del reparto chiuso che però difficilmente potrà riaprire in queste condizioni per insufficienza di personale, dato che quello che c’era e non si è infettato e attualmente impiegato in Medicina Covid 2.
Lo scorso 18 ottobre al San Salvatore aveva chiuso il reparto di Ortopedia sempre per lo scoppio di un focolaio Covid.
Dall’inizio delle seconda ondata sono più di 100 i casi di positività tra il personale medico-sanitario dell’Ospedale dell’Aquila.
Il timore riguarda ormai la tenuta dell’intero San Salvatore che potrebbe raggiungere il livello di crisi del nosocomio di Avezzano (Aq). Diventa sempre più difficile anche all’Aquila infatti distinguere le parti “sporche” da quelle “pulite” al fine di contrastare il contagio.
Intanto i contagi in città continuano a salire, ieri nuovo record con 104 positivi – con la scuola del Torrione chiusa dal Sindaco Biondi per il divampare di contagi.
Per far fronte a tutto ciò la Asl1 giovedì ha annunciato dieci posti letto in più di Medicina Covid nel Delta sette dell’Ospedale. Ma manca il personale sanitario come rivelato dal quotidiano NewsTown che ha pubblicato il testo di una lettera interna all’ospedale rivolta alla direzione sanitaria:
“Non siamo in grado di sopperire ai turni minimi per una adeguata assistenza di base” hanno scritto i firmatari, dopo aver riassunto che tra medicina Covid “1” e “2” ci sono 59 pazienti a cui ora si aggiungeranno quei dieci posti letto annunciati dalla Asl. Il tutto però con – al momento – operativi in organico solo 7 medici peraltro, continua la lettera, “con una parte di questi che presenta condizioni di non equipollenza o affinitа con la medicina interna”. Il personale invece è di 29 infermieri (5 infortunati-covid e non sostituiti) e 22 OSS (2 infortunati-covid e non sostituiti).
Ieri il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, in conferenza stampa ha paragonato l’attuale situazione dell’Aquila con quella di Bergamo lo scorso marzo. Non è chiaro invece quali sono gli ulteriori provvedimenti che la Regione sta prendendo per far fronte a questa situazione così grave, straordinaria anche se rapportata all’ambito abruzzese.
Sono infatti 2,9 ogni 100 gli aquilani ad aver contratto il virus dal primo ottobre a oggi. Dato che, secondo il borsista di ricerca dell’Università dell’Aquila, Riccardo Persio, è di molto superiore alla media nazionale e totalmente in linea con quello del Comune di Milano.
Alessandro Tettamanti
Perché non hanno promosso la raccolta di plasma-immune? Perché non hanno favorito l’ospedalizzazione domiciliare seguendo l’esempio del modello Piacenza?