L’Aquila Roma A/R. Piccolo resoconto a una settimana dal Congresso Pd per il popolo dei gazebo
La settimana scorsa eravamo a Roma nel congresso nazionale in cui Schlein si è insediata.
Mi sento di fare allora un piccolo riassunto di come è andata quella giornata per quelle persone che all’aquila si sono mosse da non iscritte per votare Elly ai gazebo.
Lo faccio per tentare insieme di cominciare a capire se cambiare radicalmente il Pd, rinnovandolo nei volti e nel modo di fare politica, può essere davvero possibile, e dei risultati positivi e negativi che si iniziano a vedere verso questa direzione partendo dalla dimensione locale.
Per quel che concerne il nostro territorio registriamo la nomina a tesoriere nazionale dell’avezzanese Michele Fina, già eletto senatore nelle ultime elezioni del 25 settembre nel collegio L’Aquila Teramo, il nostro, e segretario regionale in scadenza del Pd Abruzzo. Fina è un uomo del 78’ che è stato dall’inizio vicino a Schlein e ne ha praticamente coordinato la mozione in abruzzo a livello regionale, mentre Paolucci coordinava quella Bonaccini (con D’Alfonso pure da quella parte).
Fina dunque è un sacco di cose. La sua elezione a tesoriere è di certo positiva, la mia speranza è che non gli venga conferito troppo potere a livello locale perché è così che si può diventare capi bastone. Confido nella sua intelligenza, lo conosco appena, ma mi è sembrato uno disposto ad ascoltare.
Si diceva ‘Bonaccini’… la notizia che abbiamo appreso con molta sorpresa domenica scorsa, a ora tarda, andandocene, è stata la nomina di Stefania Pezzopane nella direzione nazionale del partito in quota appunto Bonaccini, in particolare tramite la quota “Fassino” che lo appoggiava.
Pezzopane ha fatto la deputata a Roma per 10anni ed è stata sostenitrice di Bonaccini in abruzzo dalla prima ora. Forse “non l’avevamo vista arrivare” si potrebbe dire scherzando, ma tutto sommato la sua nomina non può essere presa come una grande sorpresa: è la minoranza congressuale del Pd – quella della mozione Bonaccini – che ha diritto ad essere rappresentata.
Tanto più che sempre a Roma domenica scorsa, si è sancita la riunione, chiamiamola così, del Pd post scontro primarie, che non si spacca, né resta teso, eleggendo Bonaccini come Presidente e sancendo l’unità. Una scelta positiva per Schlein che deve tenere unito il partito al di là di qualche possibile perdita individuale.
La nomina alla direzione di Pezzopane non è stata presa bene da molta della “nuova classe dirigente” del Pd aquilano che dopo le disastrose elezioni amministrative vorrebbe cambiar pagina puntando su altri nomi, ma deve ancora fare i conti al suo interno. Aver scelto lei per la segretaria appare anche dal mio punto di vista come un segno negativo di fronte l’annunciata volontà di rinnovamento del Pd che non ha mancato di generare delusione tra chi è intervenuto ai gazebo per promuovere un cambiamento votando Schlein.
Oggi non si può però che assumere questo risultato ed andare avanti, sperando che la navigata Pezzopane si metta “a spingere il carretto e a non a volerlo tirare”, come scandito egregiamente da Bersani, e quindi lasci spazio ai più giovani e al rinnovamento nel Pd, mettendo a disposizione la sua esperienza. Di certo non ha alcun senso portare beghe locali su un livello nazionale e certamente non si fa politica contro una persona tanto più dello stesso partito. Il Pd è anche Pezzopane, un’aquilana che è stata nominata nella segreteria.
E’ legittimo domandarsi come mai nella mozione Bonaccini il partito non abbia saputo esprimere una figura con una carica innovativa maggiore, ma allo stesso tempo era palese che quella stessa mozione contenesse un maggiore tasso di conservazione, il motivo della sua sconfitta.
Sempre a Roma una settimana fa ha parlato dal palco Massimo Prosperococco, appena eletto membro dell’assemblea nazionale del Pd in quota Schlein.
Prosperocco ,proveniente dal mondo dell’associazionismo, fa parte di coloro che hanno preso la tessera del Pd appena tre settimane prima le primarie per sostenere Elly. E’ quindi un volto assolutamente nuovo nel partito, che mette al primo punto della sua agenda il contrasto alle povertà e i diritti dei disabili, e la sua elezione è uno di quei piccoli segnali che sì, si può cambiare anche il Pd. Certo bisogna praticare l’apertura e sapersi prendere uno spazio che nessuno ti concede se non lo occupi, soprautto sui territori, anche su quelle scelte che sembrano più piccole. Questo nell’interesse comune ovviamente di ravvivare la politica di sinistra sui territori con il nuovo Pd di Elly Schlein che possa fungere da punto di riferimento.
In tal senso almeno io non vedo l’ora di un momento con tutto il popolo delle primarie, dove iniziare a parlare e discutere e quindi a ricostruire la sinistra ritessendone i fili. Anche sul territorio.