L’Aquila, madre occupa Progetto case. “L’Amministrazione non ha mantenuto la parola”
N.M., 34 anni, è una madre di due figlie, di 11 e 6 anni, residente a Barete, piccolo Comune confinante con L’Aquila, che da qualche giorno era costretta a dormire in macchina insieme alle sue piccole.
Alla fine è stata lei, madre coraggiosa e aquilana verace, ad aver dovuto occupare abusivamente un appartamento del Progetto Case (proprietà del Comune) e dare la sveglia all’Amministrazione Biondi che per mesi ha giocato con il diritto all’abitare dei cittadini, prima con la sospensione illegittima del Bando di housing sociale, con relativa graduatoria mai pubblicata – poi con l’annullamento.
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Perché annullarlo? In un primo momento l’Amministrazione si è giocata la carta della propaganda nazionale parlando di troppe domande degli stranieri e di “L’Aquila agli aquilani” (che rischia di lasciar fuori anche chi viene dai Comuni limitrofi) ricevendo anche il plauso sui media nazionali di Meloni.
Poi, quando era indispensabile l’annullamento per non andare incontro a provvedimenti giuridici, sono uscite alcune motivazioni tecniche che però sono sembrate molto pretestuose ai più.
Risultato? Per l’assegnazione il Comune procede in deroga con le ordinanze, ma si va lenti e senza bussola alcuna. N.M. si è sentita presa in giro dai continui rimandi dei dirigenti e da una parola data che non è stata rispettata e, alla fine, per non andare alla deriva insieme alla sua dignità ha optato per la forzatura con il pudore di non farlo capire alle sue due bambine (come potete ascoltare dalle sue parole nel Pod Cast che potete attivare cliccando play sul player in alto).
I vicini hanno capito subito e hanno solidarizzato con lei, sono dalla sua parte. Come potrebbe essere altrimenti, con 600 appartamenti vuoti e una madre senza casa.
La sensazione è che se l’Amministrazione non riuscirà a mettere una pezza ai danni combinati finora su questo terreno, di casi come quello di N.M. possano essercene altri. “Ci sono molti altri nella mia situazione – ci ha detto al telefono la signora – anche se non auguro a nessuno di dover fare quello che ho dovuto fare io”.