“Comincia adesso (il futuro della sinistra?)… che loro hanno cominciato già”

“Il futuro è qui comincia adesso […] che loro hanno cominciato già” cantavano Meg e Zulù, il leader dei 99 Posse nel 2001, poco prima di partire insieme a un Popolo per Genova, quando il movimento dei movimenti criticava in tempi non sospetti la brutta e sfrenata globalizzazione neoliberista fatta di delocalizzazione e sfruttamento, senza per questo essere tacciato di populismo o di essere per questo di destra.

Chi “ha cominciato già” però, stavolta, è il Governo Giallo-Nero (verde normalmente si attribuisce all’ecologia mentre Salvini è sostanzialmente un Lepeniano di estrema destra) che alla fine è nato con Conte Presidente del Consiglio e Savona non più all’Economia ma agli affari europei, mentre all’Economia è andato il più moderato Giovanni Tria.

Un Conte personaggio sconosciuto e terzo,  chiaramente in balia dei sue soci di maggioranza Di Maio (32,5%) e Salvini (17,5%).

Ad ogni modo finiscono così gli 88 giorni più pazzi della storia Italiana dopo l’incredibile domenica in cui Mattarella ha messo il veto sulla figura di Savona in nome dei mercati finanziari – dando l’assist per rompere a Salvini e regalandogli la Premiership tra qualche mese –  e il clamoroso errore di richiesta di impeachment di Di Maio.
Fondamentale allora l’ultima mossa del leader M5S che, in evidente difficoltà, è tornato sui suoi passi e ha proposto lo spostamento di Savona e rimesso il cerino in mano a Salvini che a quel punto non se l’è sentita di sostenere la responsabilità di mandare a monte un Governo dove, la Lega, ha aumentato il suo potere contrattuale nei confronti dei Grillini e conquistato alcuni ministeri chiave.

A partire dal suo, agi Interni. Qualcosa che spaventa, a dir poco, viste le posizioni del leader del carrocio che anche ieri – poco prima della nomina dunque – ha continuato a postare sui social frasi da propaganda xenofoba postando il video di un immigrato che spenna un piccione e scrivendo “a casa”.
Promette rimpatri di massa Salvini, allargamento dell’utilizzo delle armi in dotazione alla polizia come il teaser, quando i rimpatri di massa sono vietati dalla nostra costituzione e il teaser è definita da Amnesty international come uno strumento di tortura.
E ancora la flat tax, anch’essa incostituzionale ( dato che la Carta parla di progressività nella tassazione) e che è chiaramente un’arma in mano ai più ricchi che produrrà altra macelleria sociale e attacco verso i ceti medio bassi e bassi.

“Il futuro è qui comincia adesso” dunque, il “futuro” della sinistra, o almeno si spera, visto che altrimenti saremo pericolosamente sopraffatti da una destra fanatica e sovranista. Saremo spacciati insomma.

Conincia adesso perché Renzi e De Benedetti sono i veri sconfitti di questa fase politica. L’ex leader Pd è stato l’inventore della strategia dei pop corn e della “sconfitta” post elettorale portata avanti dal reggente Martina, nonostante il Pd sia stato il secondo partito alle elezioni e avrebbe potuto agire diversamente invece di porsi sull’Aventino, salvo poi strepitare e starnazzare tramite alcuni giornali negli ultimi giorni, quando si concretizzava davanti ai loro occhi il Governo politico giallo-nero. Quando, con un’altra strategia e senza Renzi evidentemente, oggi ci saremmo potuti ritrovare un governo senza Salvini e più a sinistra con un alleanza M5S-Pd.

D’altronde, oggi si può dire con maggiore libertà e forza: da anni il Pd non fa la sinistra, confondendo la sinistra con la difesa dei mercati internazionali e con le ricette di Austerity imposte dalla Merkel, mentre altri, purtroppo prevalentemente da destra, prendevano quel posto arrivando fino al Governo.
Senza di loro è possibile che una nuova sinistra (di cui già si vedono alcune avanguardie anche in Italia) torni nelle periferie e smetta di disprezzare i ceti bassi, tornando a parlare con loro, rappresentandoli.

L’ultimo attacco di classe, dall’alto verso il basso, il Pd e la sua retorica sprezzante del colto-democratico, lo hanno scagliato contro Luigi Di Maio, Ministro del lavoro “senza aver fatto nessun lavoro prima”, se non “vendere le bibite allo stadio”. Chi scrive invece è contento di questo aspetto, in quanto nella vita come tanti altri non ha neanche lui avuto un contratto serio e un posto fisso e quindi sostanzialmente non ha mai “LAVORATO” e pensa che, forse, questo coetaneo possa capire meglio di altri cosa sia divenuto il lavoro oggi, anche se purtroppo non credo che le ricette che verranno utilizzate saranno quelle adeguate.
A partire dal reddito di cittadinanza, la promessa elettorale cinque stelle che ora va reclamata a gran voce, ma spingendola verso una declinazione diversa da quella ascoltata finora che lo vede assoggettato a lavoretti obbligatori e che quindi insiste nel solco dello sfruttamento.

E sopratutto in questo Governo i cinque stelle rappresentano la sinistra relativa, in teoria maggioritaria in termini di “azioni” con il loro 32,5%. Non voglio dire ovviamente che i 5 stelle siano di sinistra (se non rispetto a Salvini ), ma una parte del loro elettorato da lì viene e non potrà accettare in silenzio le ricette xenofobe del Ministro degli Interni.
Bisognerà far leva su questo per evitare il peggio ed aprire quelle contraddizioni in cui, se si riuscirà ad incunearsi, è riposto il futuro della nuova sinistra in questo Paese.

Alessandro Tettamanti


   	

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