L’Aquila, la rabbia dei commercianti a dieci anni dal terremoto: “Noi abbandonati dall’amministrazione”
Si sono ritrovati per la prima volta in piazza per un Sit-in di protesta, i commercianti del Centro storico grazie alla chiamata di Francesca Manzi, titolare dell’omonimo negozio in via Verdi.
Nel video le voci proprio di Manzi, dell’Assessore al Comune di L’Aquila, Alessandro Piccinini e del Presidente della ConfEsercienti dell’Aquila Mario Antonelli.
“Ci sentiamo abbandonati dall’amministrazione – attacca Manzi – non c’è programmazione né attenzione nei confronti di noi commercianti come per la città tutta. Sono indignata per come il Centro storico sia abbandonato dall’amministrazione. Chiediamo servizi nell’immediato, ciò che che è presente in ogni altra città come i parcheggi, le zone di carico e scarico, il decoro e la pulizia della città stessa visto che non c’è un cestino. Si vive solo di spot, noi chiediamo una programmazione economica della città che attualmente non c’è”.
L’assessore Piccinini, presente anche lui a margine del sit-in, sembra un po’ ingenuamente lamentarsi a sua volta dell’invivibilità del Centro storico: “Difficile dare una regolamentazione ad una dinamica della ricostruzione che è imprevedibile”.
Chi è chiamato ad amministrare pensa ancora alla compresenza di cantieri ed attività commerciali non come la realtà da amministrare, ma come un male inevitabile legato forse al fatalismo (SIC!) sul terremoto, come se non ci si potesse far niente, mentre è proprio questo quello che c’è da fare: governare la transizione, la compresenza, la complessità di una città in ricostruzione”
Come? Qualche lampadina sembra accendersi: “La cosa opportuna sarebbe fare un confronto tra più settori in modo che ognuno sa cosa sta facendo il collega di giunta in modo che la situazione si affronti in maniera coerente – afferma Piccinini -. Si potrebbe pensare a creare un ufficio in cui periodicamente ci siano rappresentanti vari che periodicamente diano delle informazioni a tutti. Perché un tema è anche quello della comunicazione che manca”.
Queste bozze di idee devono, ormai con ritardo, essere messe in pratica andando a costituire finalmente una primo tentativo di amministrare il centro storico nella sua attuale fase di transizione andando ad intervenire in quello che Manzi chiama a buon ragione “l’abbandono del Centro Storico” dove, come racconta Antonelli per esempio, “commercianti e cantieri litigano in continuazione”.
Una capacità amministrativa, ma anche associativa, minima, ma assolutamente necessaria, termometro reale su cui misurare il polso di questa città.
L’estate scorsa è stata creata un’ associazione di commercianti e residenti arrivata però ad un primo scoglio con le dimissioni del Presidente Roberto Grillo scavalcato da commercianti più battaglieri come Manzi e dall’interlocuzione diretta di questi, guidati dal commerciante Ugo Mastropietro, col deputato aquilano Luigi D’Eramo non presente al sit in di oggi.
Sarà assolutamente fondamentale però che il problema del riavvio socio economico del centro storico avvenga in maniera trasparente, partecipativa e quindi pubblica e non con accordi tra fazioni – che corrispondono a logiche per lo più clientelari e depotenziano in vero il potere contrattuale – che questa città così bene sa creare, come denota anche l’attuale situazione del Consiglio Comunale e le dimissioni del Sindaco Biondi.
Il ravvio del Centro deve essere uno dei grandi dibattiti collettivi della ricostruzione in cui tutti i cittadini devono poter essere coinvolti in quanto si tratta del bene comune assoluto, l’identità collettiva, il nostro futuro. E perché le decisioni sono troppo complesse per esser prese da pochi uomini al comando dentro un assise comunale, tanto è vero che non c’è solo il problema del commercio, ma anche quello del ritorno dei residenti, degli appartamenti vuoti per acquisto equivalente (e del suo doppio di quali politiche abitative da adottare per ripopolarlo e come), del ritorno di uffici e scuole, dei parcheggi. Tutti temi irrisolti che non si sa bene quando e come risolvere…mentre la città cambia, va avanti, prende forme, talvolta mostruose.