L’Aquila non è ancora una città Universitaria
di Emanuele Amadio
Lo scorso mese di Settembre, nei giorni in cui iniziava il nuovo anno accademico, già si parlava della situazione incerta e difficile del polo di economia. L’attuale sede di proprietà del Demanio situata nella zona di Colle Sapone dovrà infatti essere trasferita per lasciare spazio al carcere minorile. Il Rettore dell’Università dell’Aquila, Edoardo Alesse, aveva immediatamente rassicurato le studentesse e gli studenti, dichiarando di avere delle “soluzioni alternative”.
Oggi, a distanza di diversi mesi dal primo allarme, la questione del trasferimento dei corsi di economia è tornata a gamba tesa nel dibattito cittadino, generando non poche preoccupazioni per la componente studentesca locale. L’unica soluzione attualmente praticabile sembra infatti essere lo spostamento dei corsi nella zona di San Basilio, dove si trova già il Dipartimento di Scienze Umane ed il Centro Congressi Zordan.
Se da un lato questa operazione rafforzerebbe la presenza di studentesse e studenti nel centro storico cittadino, contribuendo in maniera significativa a quella “rinascita sociale” desiderata da molti, dall’altro non si possono trascurare tutte le criticità che si avrebbero, ad iniziare dalla complessa questione della mobilità, fino all’altrettanto spinoso tema della residenzialità.
Per quanto riguarda la prima preoccupazione, l’Ateneo ha presentato, assieme al Comune dell’Aquila, il progetto del parcheggio che sorgerà su viale della Croce Rossa e che sarà collegato all’area di San Basilio così da decongestionare il traffico.
Un progetto annunciato in Pompa magna dall’Amministrazione ma che, se tutto andrà bene, sarà pronto solo da settembre 2026 e che è stato bocciato dalle opposizioni in Consiglio comunale come “mediocre”. “Li c’era un progetto per la realizzazione di 400 posti auto – ha voluto ricordare il Consigliere del PD Stefano Palumbo riferendosi a quanto prodotto durante l’Amministrazione Cialente – il progetto che ora ci sottopone l’amministrazione ha soli 150 posti auto e addirittura nel primo lotto non prevede nemmeno il percorso meccanizzato”.
Non a caso l’Adsu sta tentando di implementare nuovi servizi di trasporto pubblico locale per stabilizzare momentaneamente questa situazione.
Rispetto alla residenzialità, finalmente si sta tornando a parlare della Fondazione Ferrante D’Aragona, un collegio diffuso che riuscirebbe a garantire tra i 250 ed i 300 posti letto in centro storico – spiegano sempre dall’Udu – entro il mese di ottobre. Le principali ombre restano la collocazione degli studi del personale docente ed il servizio mensa.
È quindi una situazione molto complessa quella che l’Università dell’Aquila, insieme a tutti gli enti competenti, si sta trovando ad affrontare. Ancora una volta non si è stati capaci di giocare d’anticipo e ci si è ridotti all’ultimo per intervenire su un problema ben più difficile del previsto.
“L’Aquila potrebbe ambire ad essere una città universitaria, ma questo tipo di gestione non lo permette”, dichiara Dario De Viti dell’Unione degli Universitari, esprimendo inoltre la necessità di un dialogo serio e partecipato anche in vista del progetto del Campus Universitario a San Basilio, che comprenderà – oltre la sede di Scienze Umane ed il centro congressi – anche Palazzo Carli, l’ex San Salvatore e l’ex Carducci di Viale Duca degli Abruzzi.
Un progetto sicuramente ambizioso e necessario per il Capoluogo di Regione, ma che dovrà essere seguito da importanti interventi riguardo la mobilità locale, i parcheggi e la residenzialità studentesca.
Tutte questioni che sono state ampiamente trascurate negli ultimi anni.